APACHE TEAR, BIG PICACHO ed ALTRE POESIE . PREF. di ROMANO LUPERINI (Cfr. i due precedenti Post)
Schizzo di Paolo Di Pietrantonio |
APACHE TEAR
Nera e lucida
e segreta
e lontano un po’
smarrita
e sensibile
all’aspetto
come carne nera viva
come fondo d’un abisso
scivoloso e tondo
mondo
stilla o stele
dove il sogno
s’inoltrò per fare in
modo che chiunque la
toccasse la sentisse
densa e fina
come sabbia, come guida
come sabbia, come guida
del viaggio in altro
sogno
e di sogno in luogo
in
sogno
torna piano
quel bisogno di
tornare
nuova
al mondo.
Big Picacho
Big Picacho
Un’ arena
di splendore
o tutto espanso
come asfalto astratto
e tutto deserto
o tutto splendore
d’asfalto sfatto
tutto sfatto in
terra muta
fulva luna o fonda
cruna… che traverso
in lungo e in largo…
valle e luna o morta
luna della valle in
morte viva c’era prima
come un taglio tra il mio
seno e il Big Picacho…
ci son nomi sulla roccia
rossa rocca dell’agguato
sopra il fianco della duna
sulla sabbia del gran pianto
secco e torrido e
salato al mio olfatto di
palato… tutto tocco e
tutto taglio,
nel salire…
piano…
adagio...
di splendore
o tutto espanso
come asfalto astratto
e tutto deserto
o tutto splendore
d’asfalto sfatto
tutto sfatto in
terra muta
fulva luna o fonda
cruna… che traverso
in lungo e in largo…
valle e luna o morta
luna della valle in
morte viva c’era prima
come un taglio tra il mio
seno e il Big Picacho…
ci son nomi sulla roccia
rossa rocca dell’agguato
sopra il fianco della duna
sulla sabbia del gran pianto
secco e torrido e
salato al mio olfatto di
palato… tutto tocco e
tutto taglio,
nel salire…
piano…
adagio...
NEL MUOVERMI VERSO...
(Meditazione 1968-1983)
Nel muovermi verso
il centro della mia
leggerezza
quando soltanto il
colore del cielo
scandisce le
mutazioni del mio essere interno
e le luci
de ascensioni sul pallido nero oceano
inchiodano e ardono
in lampeggianti bagliori di Nero…
Così io mi sento
nel cangiare dei
formicolii e dei blocchi del corpo
tra cielo e oceano
in un’increspatura leggera
del foglio…
Canone enigmatico
(Flashback 1967-1983)
…Dalle foglie,
dalle morbide
acuminate
smerlature di foglie…
dalle volte,
da ali in amore
da piume trapunte
dai voli in discesa
di foglie caduche…
dai minuzzoli mondi
dei pietrischi di sera,
dai tocchi e rintocchi
della luna sui pruni…
da soli e da inverni
tra lupi e dirupi…
da fuoco, da vento, da acqua
e in enigmatiche melodie silenziose,
io ti chiamai… dai
neri puri
e da ancora insoluti
ritratti futuri…
Erranze
(Wanderings)…
Non più una terra
non una dimora
se non il verde
la roccia
o il deserto centro
la brughiera di erica rosa.
Non so quando lasciai
anch’io una patria
quando trovai la spada.
Ci resero erranti
come nubi e albatri
girovaghi Heathcliff
dall’esilio esiliati…