https://www.ibs.it/giovinezza-rubata-memori…/e/9788879971430
https://www.lafeltrinelli.it/libri/daniela-ripetti/3738369
https://www.unilibro.it/libro/ripetti-daniela/giovinezza-rubata-memorie-guerra-fredda/9788879971430
“Attraverso ricordi, frammenti autobiografici e documentazione storica, l’autrice di questo libro apre delle fenditure e si addentra nel labirinto di specchi e nel caos illusionistico della cosiddetta “guerra fredda”. Una guerra prevalentemente psicologica (Psywar) e non ortodossa che può essere considerata un surrogato di una terza guerra mondiale dispiegata o la forma moderna e postmoderna del guerreggiare al tempo dell’equilibrio del terrore.
Di un tale ibrido guerreggiare, di cui l’Italia è stata un laboratorio, un “test case”, vengono qui descritte le tattiche e le strategie utilizzate per il controllo psicopolitico dei conflitti sociali, geopolitici, e di quella “gioventù irrequieta” che nei punti più alti del capitalismo – anche se non senza contraddizioni – ha osato dire “no” alle violenze e agli abusi di tale sistema.
Augusto Illuminati (filosofo) frammenti dalla sua recensione a Una
Giovinezza rubata-Memorie di guerra fredda su OperaViva Magazine, 27 ottobre 2019:
“Non era insolito che
nel 1968, a scopo “pedagogico”, la polizia pescasse a caso qualcuno negli
ambienti politicizzati o contro-culturali e, altrettanto per caso, rinvenisse
in automobile o in una tasca qualche traccia di droga, con relativo scandalo
mediatico, arresto e più o meno lunga detenzione preventiva (all’epoca quasi
illimitata). Prove generali per la grande repressione che sarebbe scattata di
lì a poco. […]
[…] Nell’aprile del 1968
una ragazza diciottenne, modella occasionale, poi poeta e performer, una dei
protagonisti del festival di Castelporziano del 1979, viene selezionata quale
capro espiatorio e gettata in pasto alla stampa scandalistica per presunto possesso
di 0,5 grammi di hashish e tenuta a Rebibbia per 14 mesi prima dell’assoluzione
con formula piena. Un bel pezzo di giovinezza rubata.
Ma Daniela Ripetti ha voluto rievocare
quella vicenda, che pure l’ha profondamente segnata ed è stata anche occasione
di produzione poetica, non come caso personale ma in un contesto
storico-politico, esempio di una campagna internazionale mirata volta a
«smagnetizzare» i movimenti di sinistra e il loro prestigio culturale con una
gamma di infiltrazioni e provocazioni che andava dalla ben pagata critica
destrutturante alla diffamazione e persecuzione personale con vieti metodi
polizieschi. Infatti il sottotitolo del libro recita: Memorie di Guerra Fredda (Books&Company,
2019) […]
[…] Con retrospettiva generosità
Daniela Ripetti incastona la sua sfortunata vicenda in quella lunga catena di
complotti e provocazioni nel momento in cui tocca la grande stagione ribelle
italiana fra il 1968 e il 1977 – come del resto aveva fatto in termini poetici
e non storiografici come adesso, per esempio in Virus o il Furto di
Atlantide. Ne risulta un libro composito e istruttivo, che testimonia
un’epoca conclusa di contrapposizione polare, anche se gli stessi metodi
continuano ad applicarsi in un universo multilaterale di imperi, servizi,
sopraffazioni e congiure, dove il potere, per essere «post-ideologico», non ha
certo perso i suoi tratti inquinanti e criminali di sempre.”
Riccardo Tavani, da “Stampa critica” https://stampacritica.org/2020/06/30/chi-ha-rubato-la-giovinezza-di-daniela-ripetti/
“La giovinezza di Daniela
Ripetti è il suo stesso sguardo. Intatto, incontaminato: a dispetto, a disdetta
del potere del tempo e di ogni altro potere folle iscritto sotto il suo
dominio. È la giovinezza stessa che ci guarda, ci riguarda, ci cerca, ci
chiama. La sua è la giovinezza poetica e politica di una stagione storica
incandescente per bellezza, irruenza e suadenza. Una generazione che osa
guardare direttamente in faccia il potere, e questo suo puro sguardo appare
immediatamente come un assalto al cielo. Esso, infatti, svela, sfida e
insieme mette sotto scacco la finzione, l’inganno, la menzogna di una
democrazia bloccata, castrata. E per tale sguardo di parola,
Daniela Ripetti paga il prezzo di una giovinezza che le è rapinata, tra
l’uscita dal portone della scuola a Pisa e l’ingresso in quello dell’Università
a Roma. Quindici mesi di galera per la sua bellezza, uno dei tratti
esistenziali della giovinezza che ogni potere agogna di più sottomettere. Lo
racconta direttamente lei in Una giovinezza rubata, Memorie di Guerra Fredda,
edizioni Book & Company. Un libro che è insieme la rigorosa ricostruzione
di un quadro storico mondiale sconvolgente…”
Renzo Paris (poeta e scrittore):
“La poetessa Daniela Ripetti Pacchini che ricordo al Beat 72 e ai
Festival internazionali romani, ha scritto Una giovinezza
rubata-Memorie di Guerra Fredda, edito da Books & Company. Ha
sapientemente intrecciato l’episodio del Sessantotto, che la vide ingiustamente
arrestata e incarcerata, per 15 mesi, per un inesistente uso di droga, alla
guerra fredda di quegli anni, con la CIA che spadroneggiava e spadroneggia
ancora da noi. I giornali dell’epoca erano pieni di fake sulla fascinosa
modella, amica di cantanti e attori famosissimi, che animavano le serate di
quella Roma rivoltata. Un libro davvero originale, più storico che
memorialistico.” Facebook 21 settembre
2019
Daniela Ripetti: Una giovinezza rubata, pp. 118-126, 2019:
Purtroppo, partendo proprio dalla disinformazione di allora, ci sono ancora certi testi di
tipo hollywoodiano che continuano a diffondere malevola informazione nella
logica della “Cultura idiota” (The idiot culture) di cui parla Carl
Bernstein. https://www.carlbernstein.com/the-idiot-culture-the-new-republic-june-8-1992
Quando nel 2010 mi sono resa casualmente conto da
internet della presenza di quelle distorte notizie scritte con toni infamanti
(poiché è la connotazione che stabilisce il destino del senso e dell’emozione
evocata), ho cercato subito di rintracciare gli autori dei testi pubblicizzati,
almeno gli autori ancora vivi e rintracciabili, per far loro conoscere la
verità.
Il riconoscimento della dignità umana e dei diritti della persona vale per tutti. Inoltre bisogna ricordare che la diffusione di simili disinformazioni, soprattutto in rete, equivale a ciò che fanno gli haters.
Davanti all’evidenza gli autori da me
contattati, hanno ritrattato le loro errate narrazioni scritte suggestionati
dal gioco illusionistico di quelle ridicole e morbose ‘storie’.
Le persone e gli editori più seri e onesti hanno cercato in
qualche modo di emendare l’errore. Così uno di questi autori scrive: “Having
carefully reviewed all that material, I want to say this to you, personally,
and for the public record:
…I deeply apologize for, and formally retract, the
passage containing unsubstantiated and scurrilous gossip about Daniela Ripetti…
The erroneous paragraph was based on two sources cited in my notes (1) C.H.…
and (2) J.R.P. & D.E.S… Judging by the dates, H. (a notoriously sloppy
‘star’chronicler) took his information from P. (a better but dangerously
prolific Hollywood historian) […] Operating on the professional journalist’s
rule that ‘you must have at least two sources,’
I relied on the not-so-magic number two, intending---but failing---to
check out either of them.
In telling you the genesis of this mistake, I can’t and don’t blame H. or P. for its repetition in my book. People who churn out 25 or 30 non-fiction books can generally be considered hacks. I have produced a total of five in 30 years. I am considered---and consider myself---a serious biographer. It was totally inexcusable on my part to have included that passage about you without confirming its accuracy… The information you submitted to me, and my confirmation of it today, are terribly upsetting. But the harm done to you is much more terrible and upsetting. I am profoundly sorry for this, and will do anything I can to help repair the damage. For now, the most important thing is to authorize you to give a copy of this letter---and to quote all or part of it---to anyone, in or out of the news media, you wish…”