Informare non è disinformare
La
parola (logos pharmakon) può salvare e guarire come afferma giustamente Eugen Drewermann
nel suo Wort des Heils – Wort der Heilung, ma la parola può anche
uccidere.
Il
primo caso è il luogo dell’incontro dialogante, della conoscenza condivisa, del ‘temenos’
terapeutico, il secondo quello della parola 'armata', capziosa, disinformante che come un cancro diffonde
solo metastasi maligne.
In
questo post che segue quello sui “luoghi e non luoghi della violenza” tratto
della violenza più o meno surrettizia della disinformazione
e dell’abuso di
potere, due elementi in vario modo intrecciati fra loro in una devastante
mortifera spirale.
La
disinformazione, nelle scienze della comunicazione “è l'attività
malevola che mira a fornire e diffondere deliberatamente informazioni false,
fuorvianti o non oggettive, distorcendo o alterando la realtà dei fatti allo
scopo di ingannare, confondere o modificare le opinioni di qualcuno verso una
persona, un argomento, una situazione, traendone spesso vantaggio".
Nello spionaggio o "intelligence
militare", la disinformazione consiste nel diffondere informazioni
false per indurre in errore il nemico rispetto alla propria posizione o
strategia.
In politica, la disinformazione si manifesta
spesso nel tentativo di sviare i sostenitori del proprio avversario o
oppositore diffondendo false dichiarazioni o insinuazioni sulla loro vita
personale (ad es. in campagne politico-elettorali) oppure in generale tirando
acqua al proprio mulino con altrettante falsità o alterazioni della realtà dei
fatti
La disinformazione è spesso sfruttata nelle attività
di propaganda, assieme al populismo e alla demagogia, comunemente usate
dai regimi politici antidemocratici o solo formalmente democratici, per
mantenere il più possibile il controllo sociale sulle masse garantendo
al contempo la sopravvivenza stessa del regime contro eventuali oppositori,
critici e rivolte dal basso.
La disinformazione
può prevedere la distribuzione di documenti falsi, manoscritti e fotografie, o
la diffusione di voci maliziose e dossier creati appositamente. Le sue tecniche
vengono utilizzate anche nella competizione commerciale per indebolire la posizione
di un concorrente e perfino a livello governativo per tenere segrete verità
altrimenti compromettenti, difficili da gestire o con un forte impatto sull'opinione
pubblica.
Tecniche
di disinformazione sono usate comunemente anche nell'ambito del commercio/vendita
(marketing) di prodotti da parte di aziende e relativi venditori,
anche nella forma di pubblicità detta perciò pubblicità ingannevole” (citazioni da
Wikipedia Creative Common)
Continua...
Da Wikipedia (Fletcher6) |
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