lunedì 31 maggio 2021

LA POESIA E IL SUO DOPPIO di Daniela Ripetti su “Stampa Critica”

 

     LA POESIA E IL SUO DOPPIO  


         Dalla recensione di Riccardo Tavani su “Stampa Critica” (17 aprile 2021)




La storia civile, politica italiana, dalla fine degli anni ’60 a oggi, tessuta sotto la filigrana della poesia d’avanguardia di Daniela Ripetti-Pacchini. Questo stupore ti coglie all’improvviso leggendo pagina dietro pagina, La poesia e il suo doppio, uscito in questi giorni per EdiPsy Editrice https://bit.ly/3ro2ppI, che raccoglie un’ampia messe della produzione poetica di Ripetti-Pacchini. Non una semplice poetessa, ma la canto-poetessa, che – con la rivolta della sua voce, dei suoi versi, di due tableaux vivant del Living Theatre accanto a lei – placò la spiaggia di Castel Porziano a fine giugno del 1979, restituendo di colpo alla selvaggezza, alla selvaggia gettatezza giovanile del ’77, la suadenza inascoltata della propria ribellione. E che risuonò nei festival dei due anni successivi nel Parco di Villa Borghese a Piazza di Siena e all’Università di Roma. Se c’è un doppio nella totalità poetica, non in senso quantitativo, ma qualitativo, configurata dentro questo testo è proprio l’inseparabilità tra alto valore letterario, gesto poetico teatrale della voce, tessitura metrico-politica implacabile. Il doppio è anche un rovescio, come quello di un tessuto sotto, dietro il dritto. Senza l’uno non c’è l’altro, anzi, non c’è niente. L’uno e il doppio, il rovescio e il dritto si mostrano, si celano, si dicono, si tacitano ed eccitano a vicenda, si scambiano ruolo e ritmo semantico. Di quella strada di ricamatori autonomi di tumulti e molotov che era Via dei Volsci a Roma negli anni ’70, Ripetti-Pacchini scuce il dritto strillato sulle pagine dei giornali per svelarne il rovescio. “Strada nera/ strada di non rose/… – è sera – / sul marciapiede sudato/ passa e ripassa una/ ronda allegra…” […]

Il volume si articola in tre parti, tre grandi metriche spazio-poetico-temporali – 1968-81, 1981-94, 1995-2016 – intessute di foto, ritagli di giornali, locandine, dediche poetiche, recensioni, che ci si porgono come delle vere madaleine prustiane, restituendo a chi c’era od offrendo a chi non c’era il sapore, le eco, le asprezze, gli entusiasmi, i gas lacrimogeni, il pianto delle stragi di quel tempo. L’altezza poetica dell’autrice si nutre anche di una lingua e di riferimenti relativi a tutta la nostra grande poesia d’ogni tempo, a quella internazionale contemporanea, alla cultura filosofica. Anche l’apparato critico e bibliografico va essere considerato parte integrante della lettura, perché anch’esso è doppio, rovescio, ombra. Illuminanti sono alcune note, nelle quali Ripetti-Pacchini riposta le variazioni vocali dei suoi versi, trattandosi di poesie da reading, da lettura in grandi o piccoli spazi, la spiaggia di Castel Porziano, Piazza di Siena, il teatro off Beat 72, nei quali, però, l’impatto scenico-acustico è parte dell’atto poetico.

Le sue istantanee non sono solo immagine, luce che folgora l’istante e lo sospende, ma sono fotogrammi di voce, frammenti di senso tra i quali transita l’intero film della sua poesia. Un film, però, senza inizio e fine, perché rovescio, ombra, doppio, si intridono all’infinito di riverberi semantici ed eco originarie – eppure inaudite.

Piegami il labbro alla/ felicità, cantami, soffiami

incantami/ con un bacio o un/ boato io muoio/ io sono sdato da/ una guerra civile/ Vieni salvami/ incastrami, contro/ stoviglie e isterie/ di riso ‘e chianto/ Proviamo!

La recensione completa si trova a questo link:

 http://stampacritica.org/2021/04/17/la-poesia-e-il-suo-doppio/

“Istantanee" (1979), la poesia citata alla fine della recensione di Tavani, è una delle poesie ‘dette’ al Terzo Festival Internazionale dei Poeti all’Università degli Studi di Roma nel 1981. Essa fu allora pubblicata nel mio libro Dei trapassati intendimenti ed è stata nuovamente inclusa nella mia ultima ampia miscellanea di versi La Poesia e il suo Doppio a p.103, come si vede nell’immagine sotto: 




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