giovedì 4 febbraio 2016

CASTELPORZIANO - INTERNATIONAL FESTIVAL OF THE POETS: Sunday in Andante cantabile by Daniela Ripetti-Pacchini








Dopo i limiti estremi
Biancamaria Frabotta
(2014)
  Quando Daniela Ripetti nel 1979 salì sul palco eretto sulla spiaggia di Castelporziano per il primo Festival della poesia internazionale organizzato in Italia in prossimità del luogo dove era stato ucciso Pasolini, alcuni poeti, tra cui lei, credevano che fossero stati raggiunti dal linguaggio di tutte le arti limiti oltre i quali non si poteva andare. Una frontiera, quella della performance agita in mezzo a un pubblico di massa, certo mai toccata prima, a quel livello, nella storia delle avanguardie, crollò davanti ai nostri occhi, alle nostre menti disorientate. Daniela fu una delle poche donne chiamate a fronteggiare un pubblico turbolento, in parte derivato dai giovani che avevano dato vita a un movimento esploso nel 1977, fra variopinte manifestazioni e violenze. Molti gli studenti e ancora di più gli emarginati, pochi i poeti per così dire riconosciuti, tantissimi coloro che desideravano di esserlo. Poeta, attrice, autrice, regista, consacrata da Carmelo Bene, Daniela si ispirava alla musica e alla gestualità degli attori del Living Theatre. Il pubblico l’ascoltò, come era successo poco prima con Amelia Rosselli, meno bene era andata a Maria Luisa Spaziani e a Dacia Maraini. L’inflessione della sua voce, il ritmo, il sapiente alternarsi degli accenti, dei respiri, dei silenzi, catturarono l’attenzione di quella indocile assise. Io ero in mezzo al pubblico, seduta sulla sabbia delle dune, preda di opposte emozioni, ora suggestionata, ora attratta, ora spaventata. Il giorno dopo scrissi sul Manifesto un articolo critico. Gli organizzatori mi accusarono di essere una “reazionaria”. Ma la lettura di Daniela Ripetti e i temi un po’ americani delle sue poesie, impegnate sul doppio fronte dell’interiorità turbata di quegli anni e della denuncia sociale, non li ho  dimenticati. Come Pratica della domenica del 1975 che ripropongo qui. Credo che chiunque oggi, e non sono pochi, né poche, voglia fare la storia della performance in Italia e dei suoi ibridi attraversamenti fra teatro e poesia debba conoscere l’esperienza di un’artista fedele a sé stessa e che rivive ancora oggi passato, presente e futuro nel tempo unico di una memoria certo non solo nostalgica. Il suo video sul secondo Festival internazionale di poesia ambientato nei più addomesticati spazi di Piazza di Siena lo dimostra. 


https://www.youtube.com/watch?v=aSpwc7OlHGE


Si veda qui sotto anche il mio scritto su quell'evento intitolato Poesia, musica e gesto   (“Il Messaggero”, 14 luglio 1979, Pag. 3)







SUNDAY PRACTICE
                                                         

How all the world is

Sunday.. alone…

aphasic… azurine…


let’s celebrate ourselves on this Day

crucified by the true and the untrue

of the other six…

we were so alone

without knowing it…


today, let’s applaud  Knowledge

All is still…

all is Sunday...
like a deserted factory of desires

the seventh day explodes

the sweet words: “may be”…

and those who haven’t locked their certainties in drawers

die on Sunday…

as of a solemn… sacred… illness…


(Daniela Ripetti-Pacchini, 1977)

 



Pratica della Domenica


Come tutto il mondo è solo
domenica

afasica
azzurrina

 onoriamo noi stessi in questo Giorno!
crocifissi dal vero e non vero
degli altri sei
eravamo così  soli senza saperlo
applaudiamo oggi la conoscenza…


  È tutto - immobile - tutto.. domenica
come una fabbrica di desideri
abbandonata
il settimo giorno esplode
la paroletta  ‘pro-ba-bil-men-te’
e chi non ha chiuso nei cassetti
le certezze…
di domenica muore..

come di una malattia sacra e
solenne…








 Poem published in:
a) “Guida Poetica Italiana”, Kane editore, Anno I, n.2, (Nov.Dic.1979) ;
b) Dei trapassati intendimenti di Daniela Ripetti-Pacchini Pref. Alberto Moravia, Vallerini ed., 1983.
c) Rivista culturale “Altiplano, Issue 4, Issues 7-9, Mexico (Mexico: State). Dirección de Patrimonio Cultural, 1985. (Poesia tradotta in spagnolo con il titolo Practica del Domingo)

Da ‘ALTIPLANO’: Daniela Ripetti PRACTICA DEL DOMINGO “Como todo el mundo es sólo domingo — afasico azulito – honramos nosotros mismos en este día crucifijos de lo verdadero y no verdadero de los otros seis, ermos tan..."



 
d) Il Romanzo di Castelporziano- Tre giorni di pace, amore e POESIA, di Simone Carella, Paola Febbraro, Simona Barberini, Stampa Alternativa ed., 2015. Introduzione di Marcello Baraghini, Simone Carella e Renato Nicolini.
In questo recente testo sul Festival di Castelporziano del 1979, i miei sei scritti lì pubblicati,  sono molto diversi dall’originale. Ciò è dovuto in parte alla trascrizione un pò libera dei testi dal vivo, per cui alcune parole e frasi risultano cambiate, in più le sei poesie (tra cui Pratica della domenica) sono state trascritte senza soluzione di continuità e con segni d’interpunzione mutati creando un effetto confondente. Inoltre in parte io stessa, come spesso accade, ho variato i testi per effetto dell’improvvisazione includendovi parole colte al volo nel  pubblico o altri elementi presenti nella situazione, a volte da me stessa volutamente suscitati, come accadde in modo particolare a Piazza di Siena durante il  Festival Internazionale del 1980, dove ciò che io chiamavo “Il Teatro volante dell’Impossibile” entrò in azione durante il volantinaggio della mia “Poesia 0”.
Si sono formate così nuove narrazioni al margine del caos.
(Dalla recensione di Maurizio Soldini a Il Romanzo di Castelporziano)
“...Su quel palco di travi di legno e tubi Innocenti issato su sabbie piuttosto mobili e quindi con una stabilità, che si manifestò subito precaria e che in effetti crollò sotto il peso della folla, passarono a declamare i loro versi numerosi poeti, più o meno famosi, o che tali sarebbero diventati, che fecero o avrebbero fatto la storia della poesia: Fabio Garriba, Daniela Ripetti, Victor Cavallo, Milo De Angelis, Aldo Piromalli, Dario Bellezza, Maria Luisa Spaziani, Valentino Zeichen, Giuseppe Conte, Cesare Viviani, Dacia Maraini, Renzo Paris, Sebastiano Vassalli, Giorgio Manacorda, Amelia Rosselli, Luigi Fontanella, Mario Appignani, George Barker, Antonio Porta, Maurizio Cucchi, Erich Fried, Robert B. Harrison, Desmond O' Grady, Allen Ginsberg, Jacques Roubaud, David Gascoyne, Ignazio Buttitta, Jacqueline Risset, Patrizia Bettini, Delfina Vezzoli, Corrado Costa, Peter Orlovsky, Jiga Melik, Angelo Pasquini, Stavros Tornes, Fernanda Pivano, Thomas Gorpas, Johannes Schenk, Eugenij Evtushenko, Volker Von Torne, Enrique F. De Jesus, Gerard Bissinger, Gregory Corso, Ted Jones, Bryon Gysin, Diane Di Prima, John Giorno, Ted Burrigan, Anne Waldman, Meo Cataldo Dino, Miguel Algarin, William Burroughs, Amiri Baraka...” Presentatrice: Maria Paola Fadda.
 

 





   










Da "Il Messaggero", 8 luglio 1979
Daniela Ripetti-Pacchini con due attori del Living Theatre (Toby Marshall e Argento) durante
 la performance a Castelporziano -  Foto di Piero Marsili Libelli

sabato 3 ottobre 2015

S. FRANCESCO d'ASSISI (St. Francis of Assisi) from "ITINERARIUM CORDIS IN DEUM" by DANIELA RIPETTI-PACCHINI (ITA-ENG)


FRATE FRANCESCO (1967)

(La chiamata)


Dalle foglie,

dalle morbide acuminate

smerlature di foglie...

dalle volte,

da ali in amore

da piume trapunte...

dai voli in discesa

di foglie caduche..

dai minuzzoli mondi

dei pietrischi di sera,

dai tocchi e rintocchi

della luna sui pruni...

da soli e da inverni

tra lupi e dirupi...

da focu-da uento-da acqua

e per i Piccoli,
pretiosi et hùmeli...*

Lui ti chiamò (tu Lo chiamasti) con viventi parole...

e persino il tremendo cipiglio della Morte
ti sembrò dolce...






* Le parole ‘...focu...uento...’ (...fuoco...vento...) e ‘pretiosi et hùmeli...’sono

scritte nella mia poesia in volgare umbro, il linguaggio utilizzato da San Francesco d’Assisi.





         BROTHER FRANCIS (1967)


(Meditation-Poem)

From the leaves,
from the soft pointed
scallops of leaves,
from the vaults,
from plumages in love,
from embroidered wings,

from the downward flights

of deciduous leaves,

from  the tiny worlds
of crushed stones in the evening,
from the strokes of the moon
on thorn thickets,
from suns and from winters
among wolves and cliffs,
from fire, from water, from wind,*
and for the Small Ones,
precious and humble, *
He called thee - thou called Him) 
with living words
and even the dreadful frown of Death
seemed sweet to thee…



*The words ‘fire’(focu), wind  (uento) and ‘precious and humble’(pretiose et hùmeli), in the Italian version of this poem, are written in early Umbrian vernacular, the language used by St. Francis of Assisi (impossible to translate into English).

Translated by Daniela Ripetti Pacchini 
(From the collection of poems "Itinerarium Cordis in Deum")
 



Giotto : S. Francesco rinuncia ai beni terreni

                                             




  Cigoli (Ludovico Cardi)- S. Francesco in orazione
Guido Reni - S. Francesco e l'angelo musicante


lunedì 6 luglio 2015

GIANNI RODARI SU DANIELA RIPETTI E LA SUA INNOCENZA (Gianni Rodari on Daniela Ripetti and her innocence) 1969


GIANNI RODARI SU DANIELA RIPETTI E LA SUA INNOCENZA (1969)
La violenza della disinformazione e dell’abuso di potere
(Gianni Rodari on Daniela Ripetti and her innocence – 1969)




“Oggi a Benelux (Gianni Rodari), preme qualcosa di molto grave, cioè che all’inferno – a  Rebibbia – possano essere spedite per motivi da quattro soldi, per giunta falsi, ragazze entusiaste e innocenti come lei...”

Comincerò a trattare della violenza della disinformazione e dell’abuso di potere partendo da una dolorosa ed emblematica esperienza  personale:
il kafkiano evento e film dell’assurdo in cui mi trovai inaspettatamente coinvolta e cioè il mio surreale arresto (nel 1968) e la mia assoluzione (nel 1969) dopo una permanenza in carcere di ben 15 mesi da innocente per l’ipotetico possesso di 0,4 grammi di hashish, di fatto inesistenti. Ma quei fantasmatici 0,4 grammi, materializzatisi 'magicamente' dopo che ero stata portata in questura senza mandato di cattura o di comparizione e dopo una successiva perquisizione nella mia stanza, fatta senza la mia presenza e senza mandato di perquisizione, furono il pretesto per dare il via a tutta l'operazione (false flag?) e alla sua spettacolare messa in scena mediatica.
L’ ‘errore’ o ‘montatura’ all'origine dell’ ‘ingiustizia preventiva’di cui fui vittima, fu il frutto velenoso del torbido clima  creato dalla "guerra psicologica e non ortodossa" in corso (sin dalla fine della seconda guerra mondiale) in Italia che di quella guerra fu un laboratorio, un  "test case". Basta leggere le varie direttive USA del National Security Council (NSC), dello Psychological Strategy Board (PSB), i molti atti declassificati e i rapporti  delle varie Commissioni d'inchiesta, per rendersi conto di quante operazioni occulte, quanta 'intossicazione informativa' abbiano pesantemente contribuito a configurare la cronaca e la storia del nostro Paese.
Qui sotto un estratto dal corsivo di Gianni Rodari (Benelux) scritto il giorno della mia assoluzione. L'articolo di Rodari bene sintetizza lo scandaloso abuso da me subito quando ero ancora minorenne.


Da “DANIELA E L’ITALIA” di Gianni Rodari (Benelux)


(Paese Sera: 10 luglio 1969)


ITA .“...Oggi a Benelux, preme qualcosa di molto grave, cioè che all’inferno – a Rebibbia – possano essere spediti per motivi da quattro soldi, per giunta falsi, ragazze entusiaste e innocenti come lei. Chiunque abbia figlie e sorelle della sua età ci può capire.
Quando fu condannata per delitti ora giudicati inesistenti, Daniela aveva 18 anni :
la polizia  la mise dentro e la denunciò per l’ipotetico possesso di mezzo grammo di hashish.
Con quella dose Daniela non avrebbe potuto fumare più di due “paglie”, ossia sigarette drogate.
Ora si apprende che gli esperti non sono riusciti ad accertare che si trattasse di hashish.
Poteva essere polverina per gli starnuti di carnevale, il residuo di una cicca, un pizzico di cipria, la cacatina di una mosca.
Scusateci se siamo sboccati ma, porco diavolo, questa storia è una delle più squallide ed inquietanti della già abbastanza malfamata giustizia italiana. Si butta in carcere una ragazza senza un pelo sulla coscienza, mentre la coscienza nazionale è più pelosa e irsuta di quella di uno scimmione urango.
In questa stessa Roma, dove Daniela ha sciupato forse per sempre la sua splendida giovinezza, si radunano come alla Borsa, i grossisti di droga d’Europa e d’America, poliziotti di alto rango sono accusati di andare d’accordo con la mafia delle bische. E il boss  Liggio viene assolto, mentre i suoi compari spadroneggiano anche nelle aule del Parlamento.
Qui, signori, non basta che Daniela sia daccapo libera, sarebbe troppo comodo! Lei e tutti gli onesti debbono esserne risarciti. Come? Prima o  dopo si vedrà".
CONTINUA...


ENG. I will begin to deal with disinformation and abuse of power, starting from a painful and emblematic personal experience:
the kafkaesque story and theatre of the absurd in which I found myself unexpectedly involved, i.e. my arrest (in 1968) and my acquittal (in 1969) after spending 15 months in prison charged with possession of 0.4 grams of hashish, a charge that turned out to be completely unfounded.

Here is an excerpt from an article published after my acquittal on the front page of Paese Sera, written by the author, journalist and educator Gianni Rodari (alias Benelux) 1. This excerpt summarizes the scandalous abuse that I suffered when I was still a minor.


GIANNI RODARI: “DANIELA and ITALY” (1969)

The innocence of Daniela Ripetti and the violence of disinformation
and abuse of power


ENG. “…Today I want to talk about something really serious – the fact that in Italy a young, enthusiastic, innocent girl like Daniela can be thrown into the pure hell of Rebibbia Women’s Prison for trivial, entirely false motives. Anyone who has daughters or sisters of her age will understand. When she was sentenced for crimes now judged to be non-existent, Daniela was 18: the police put her inside and charged her with  possession of half a gram of hashish, just about enough for two joints. Now we learn that experts have not been able to prove that it was really hashish. It could have been sneezing powder, the remains of a dog end, a pinch of face powder, or even fly shit. Excuse my language, but hell, this whole case is one of the most disturbing examples of the failings of the Italian justice system, which already has a pretty bad reputation. An innocent young girl gets thrown in prison, while true serious crimes are ignored. In Rome itself, where Daniela was robbed of her youth, perhaps forever, drug dealers from Europe and American gather together and high-ranking police officers are accused of conspiring with the gambling mafia. The mafia boss Liggio is found not guilty, while his men throw their weight around, even in the Italian parliament.Ladies and gentlemen, here it is not enough that Daniela is free again, it would be too easy! She and all honest people must be compensated. How? Sooner or later we’ll see”.

To be continued...

Il corsivo di Benelux (Gianni Rodari) è del 10 luglio 1969 (non del 9)



Unjust justice: she spent 15 months in jail despite being completely innocent.








 
               1.  http://it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Rodari 
                            http://en.wikipedia.org/wiki/Gianni_Rodari  



Si veda il mio ultimo libro:

UNA GIOVINEZZA RUBATA-MEMORIE DI GUERRA FREDDA ISBN: 9788879971430 Books & Company editore, Sett.2019

                                                                        



   Il libro si trova qui:
Per chi utilizza solo librerie non virtuali è possibile trovarlo o ordinarlo anche nelle librerie Feltrinelli, essendo nel loro catalogo. 

Recensione a Una giovinezza rubata-Memorie di Guerra Fredda, del filosofo Augusto Illuminati su OperaViva magazine a  questo link:


Dalla quarta di copertina:
Attraverso ricordi, frammenti autobiografici e documentazione storica, l’autrice di questo libro apre delle fenditure e si addentra nel labirinto di specchi e nel caos illusionistico della cosiddetta “guerra fredda”. Una guerra prevalentemente psicologica (Psywar) e non ortodossa che può essere considerata un surrogato di una terza guerra mondiale dispiegata o la forma moderna e postmoderna del guerreggiare al tempo dell’equilibrio del terrore.
Di un tale ibrido guerreggiare di cui l’Italia è stata un laboratorio, un “test case”, vengono qui descritte le tattiche e le strategie utilizzate per il controllo psicopolitico dei conflitti sociali, geopolitici, e di quella “gioventù irrequieta” che nei punti più alti del capitalismo – anche se non senza contraddizioni – ha osato dire “no” alle violenze e agli abusi di tale sistema.
La giovinezza di cui si parla in questo scritto non è solo la giovinezza dell’autrice e della “gioventù irrequieta” degli anni Sessanta e Settanta, ma anche, ed è il tema portante, la giovinezza della democrazia dal dopoguerra in poi, una democrazia fragile e conculcata nella sua evoluzione.
A cinquanta anni dalla strage di Piazza Fontana, un modo per non scordare gli “orridi eventi” e i paradossi del periodo ironicamente definito post-bellico.

Eng. From the back cover:
Through memories, autobiographical fragments and historical documentation, the author of this book opens some cracks and enters the labyrinth of mirrors and the illusionistic chaos of the so-called “Cold War". The Cold War, a predominantly psychological and unconventional warfare, can be considered a substitute for a high-intensity third world war and a modern and postmodern form of war at the time of the balance of terror.
Of such a hybrid warfare, which Italy has been a "test case” of, are described here the tactics and strategies used for the psycho-political control of social, geopolitical conflicts, and of the "restless youth" of the Sixties and Seventies that in the highest points of capitalism dared to say "no" to the violence and abuses of this system.
The youngness spoken of in this book is not only the youngness of the author and of the "restless youth" of the Sixties and Seventies, but also, and is the supporting theme, the youngness of ‘post-war’ democracy, a fragile democracy, violated and trampled in its evolution.
Fifty years after the Piazza Fontana massacre, a way to not forget the "horrid events" and the paradoxes of a period ironically defined post-war period.



 


sabato 4 luglio 2015

DISINFORMAZIONE E ABUSO DI POTERE (Disinformation and abuse of power) di Daniela Ripetti-Pacchini

Informare non è disinformare
  


La parola (logos pharmakon) può salvare e guarire come afferma giustamente Eugen Drewermann nel suo Wort des HeilsWort der Heilung, ma la parola può anche uccidere.
Il primo caso è il luogo dell’incontro dialogante, della conoscenza condivisa, del ‘temenos’ terapeutico, il secondo quello della parola 'armata', capziosa, disinformante che come un cancro diffonde solo metastasi maligne.
In questo post che segue quello sui “luoghi e non luoghi della violenza” tratto della violenza più o meno surrettizia della disinformazione e dell’abuso di potere, due elementi in vario modo intrecciati fra loro in una devastante mortifera spirale.
La disinformazione, nelle scienze della comunicazione “è l'attività malevola che mira a fornire e diffondere deliberatamente informazioni false, fuorvianti o non oggettive, distorcendo o alterando la realtà dei fatti allo scopo di ingannare, confondere o modificare le opinioni di qualcuno verso una persona, un argomento, una situazione, traendone spesso vantaggio".
Nello spionaggio o "intelligence militare", la disinformazione consiste nel diffondere informazioni false per indurre in errore il nemico rispetto alla propria posizione o strategia.
In politica, la disinformazione si manifesta spesso nel tentativo di sviare i sostenitori del proprio avversario o oppositore diffondendo false dichiarazioni o insinuazioni sulla loro vita personale (ad es. in campagne politico-elettorali) oppure in generale tirando acqua al proprio mulino con altrettante falsità o alterazioni della realtà dei fatti
La disinformazione è spesso sfruttata nelle attività di propaganda, assieme al populismo e alla demagogia, comunemente usate dai regimi politici antidemocratici o solo formalmente democratici, per mantenere il più possibile il controllo sociale sulle masse garantendo al contempo la sopravvivenza stessa del regime contro eventuali oppositori, critici e rivolte dal basso.
La disinformazione può prevedere la distribuzione di documenti falsi, manoscritti e fotografie, o la diffusione di voci maliziose e dossier creati appositamente. Le sue tecniche vengono utilizzate anche nella competizione commerciale per indebolire la posizione di un concorrente e perfino a livello governativo per tenere segrete verità altrimenti compromettenti, difficili da gestire o con un forte impatto sull'opinione pubblica.
Tecniche di disinformazione sono usate comunemente anche nell'ambito del commercio/vendita (marketing) di prodotti da parte di aziende e relativi venditori, anche nella forma di pubblicità detta perciò pubblicità ingannevole” (citazioni da Wikipedia Creative Common)
Continua...

Da Wikipedia (Fletcher6)

mercoledì 24 settembre 2014

LUOGHI E NON-LUOGHI DELLA VIOLENZA (PLACES AND NON-PLACES OF VIOLENCE) by Daniela Ripetti-Pacchini

    LA DONNA SI DIFENDE
Questa è una foto relativa ad un dibattito sulla violenza contro la donna e sulle sue possibili strategie di difesa. 

In tale incontro intervenni in qualità di psicologa e psicoterapeuta.
Ma purtroppo, nonostante le nostre migliori intenzioni, gli abusi verso persone più deboli (sia donne, sia uomini o bambini), saranno sempre con noi finché i diritti saranno solo formali e finché chiunque abbia poteri economici, mediatici, ecc.., può permettersi di calpestare tranquillamente i diritti di persone che non hanno lo stesso potere, violentarli fisicamente o psicologicamente, diffamarli,  manipolare gli eventi e la storia per i propri sporchi  interessi.
Questa violenza può essere esercitata anche da parte di donne verso altre donne, come di donne verso uomini, se esiste una disparità di potere soprattutto economico e di status.
Molti anni fa chiamai "liquefazioni" tutti quei comportamenti che mirano a devastare la personalità e l'identità degli altri.
Come la mafia scioglie i propri nemici nell'acido, così viene disciolta la personalità e l'identità di persone a cui si vuole togliere credibilità e dignità per manipolarli e sottometterli in modo più agevole. 

E con l'avvento di Internet, dove la difesa dei soggetti più deboli, per età, censo e status sociale, è quasi inesistente, la situazione è ancora più drammatica.

La logica della rete è la logica del marketing e del profitto e chi ha più potere economico, guida l'apparente caos informativo  COSTRUENDO O ADDIRITTURA REINVENTANDO LA REALTA' degli  eventi  e delle persone a suo uso e consumo. Questo è inevitabilmente abuso di potere spesso esercitato, nel loro piccolo, anche da 'piccoli uomini' (o donne) che  sentono un sadico brivido di potenza nel sopraffare gli altri, magari attraverso l' anonimato o celati nell' ombra.

Microfisiche del potere e psicopatologie della vita quotidiana!!......  
Per tutta la mia vita ho lottato per i diritti di chi non ha diritti o i cui diritti vengono violati ed i miei sono stati violati più  volte.

Ciò mi ha resa particolarmente sensibile.

E' patetico e immensamente triste vedere quanta gente si dà da fare in queste violazioni, quanta energia positiva  viene insanamente sprecata, quanta 'peste psichica' viene 'viralmente' trasmessa....  
Perché c'è anche chi fa spettacolo con la storia dei diritti, li indossa come trucco di scena, per potere esercitare meglio i propri abusi.  Questi sono i soggetti più pericolosi,  perché sempre più la società è malata di spettacolo.  

Lo 'spettacolare diffuso' anzi 'lo spettacolare integrato' di cui parlava Guy Debord si è sempre più esteso.

Lo spettacolo è la principale produzione di questa società.

LO SPETTACOLO E'  "IL CUORE DELL'IRREALISMO" DI QUESTA SOCIETA’ DI VOYEUR e ne è anche il tragico lento tramonto.  

Filmografie e serialità hollywoodiane.

 Questo era ed è il tema del mio "Teatro Volante dell'Impossibile - Non Teatro A-v-venire….Continua

* ENG.- This is a photo concerning a debate on violence against women and on our  possible defense strategies. In this meeting I was invited as a psychologist and psychotherapist. 

But unfortunately, despite our best intentions, abuse towards vulnerable people (either women, men or children), will always be with us until the Rights will be only formal and until anyone with economic and media powers, etc., can afford to trample quietly the rights of people who do not have the same power.., rape them physically or psychologically, defame, manipulate events and history for their dirty interests….’ 
To be continued.


© Daniela Ripetti Pacchini